Sindorme di Rebecca

Sindrome di Rebecca: Cos’è e come superarla

Spesso si sente parlare di sindrome di Rebecca, ma cosa è? Come si sviluppa e soprattutto come si supera?

In poche parole la sindrome di Rebecca è un disturbo psicologico che riguarda la gelosia e l'insicurezza verso le relazioni passate del proprio partner. Forse ti sarà capitato di confrontarti con l’ex del tuo partner, pensando che fosse più bello, più intelligente o più affascinante di te. O magari hai messo in dubbio l'amore del tuo partner o temuto che vorrebbe tornare con il suo ex. Se queste situazioni ti sembrano familiari, potresti soffrire di quella che viene chiamata la sindrome di Rebecca. 

La sindrome di Rebecca: dalla letteratura alla psicologia

La sindrome di Rebecca deve il suo nome al romanzo “Rebecca, la prima moglie” di Daphne du Maurier (1938). Nel libro, una giovane donna sposa un ricco vedovo, Maxim de Winter, trasferendosi nella sua dimora, Manderley. Qui, si rende conto che la casa è ancora pervasa dai ricordi di Rebecca, la prima moglie di Maxim, scomparsa in circostanze misteriose. La protagonista vive nell’angoscia e nel senso di inferiorità, oppressa dall’invisibile presenza di Rebecca, la cui ombra sembra espandersi sempre maggiormente sulla relazione. Da questo romanzo è stato tratto anche un film omonimo di Alfred Hitchcock, uscito nel 1940 e interpretato da Laurence Olivier e Joan Fontaine. Per questo motivo, quando si parla di sindrome di Rebecca ci si riferisce a quel senso di inferiorità e di radicata gelosia nei confronti dell’ex del proprio partner, che può compromettere la qualità e la serenità della relazione attuale. 

Nelle sue manifestazioni peggiori, la sindrome di Rebecca porta la vittima ad essere terrorizzata dall’idea che il proprio partner possa interagire con l’ex, al punto da interrogarlo e controllarlo. In questo modo si sviluppano comportamenti ossessivi che non si riescono a moderare e che porteranno a tristezza rabbia.

Come si sviluppa questa insicurezza verso il passato del partner?

Questa sindrome può avere origini e cause diverse, ma spesso dipende da una scarsa autostima. Essa può derivare principalmente da esperienze passate di abbandono, tradimento, rifiuto o mancanze di attenzione durante l’infanzia. Inoltre aver avuto dei genitori estremamente protettivi o iper-presenti contribuisce alla mancanza di autocontrollo e gestione delle situazioni che reputiamo complesse da affrontare. A queste ragioni strettamente personali se ne aggiungono altre di coppia, come l’essere in una relazione problematica o insoddisfacente, magari influenzata da una cattiva comunicazione. Anche la mancanza di intimità e rispetto tra i partner può degenerare in una difficoltà a lasciar andare il passato per vivere pienamente il presente. 

Quando la gelosia diventa patologica: le conseguenze della sindrome di Rebecca

L’essere umano, per sua natura, tende a confrontarsi con gli altri e a valutarsi in base a ciò che possiede o a ciò che lo circonda. Questo può portare a confronti invidiosi o insoddisfacenti, soprattutto quando riguardano il passato del nostro partner. Tuttavia, la psicologia positiva ci insegna che ogni relazione passata è un’occasione di apprendimento e di crescita personale, che ci permette di capire meglio cosa si cerca e cosa si vuole evitare in un rapporto.

Quando iniziamo una nuova relazione con qualcuno che ha avuto altre esperienze, dobbiamo apprezzarne la maturità e la consapevolezza, scegliendo di condividere i frutti del percorso. In questo modo, possiamo coltivare delle emozioni positive, come la gratitudine, la fiducia e l'ammirazione, che rafforzano il legame di coppia.

A volte, però, possiamo cadere nella sindrome di Rebecca, temendo di non essere all’altezza o di perdere il suo affetto. Questo atteggiamento è dannoso per la relazione, perché genera conflitti e instabilità, fino a metterla a rischio. Il problema si aggrava se l’ex della persona che amiamo è ancora presente nella vita della coppia, come nel caso di un collega o un amico, o se ha delle qualità che noi riteniamo di non avere. 

Per affrontare questa sindrome è necessario praticare la mindfulness ,ovvero prestare attenzione al momento presente, in modo non giudicante, accettando la realtà per come è. La mindfulness ci aiuta a lavorare sulla nostra autostima, accettando i nostri pregi e i nostri difetti. Inoltre ci porta a rispettare la libertà e le scelte del nostro partner, senza imporgli di tagliare i ponti con il suo passato, fare ricatti emotivi o fare domande indiscrete.  Solo così potremo costruire una relazione equilibrata e originale, basata sull’amore e non sulla paura.

Come superare la sindrome di Rebecca

Per vincere la sindrome di Rebecca, dobbiamo prima di tutto riconoscere il problema, capire da dove nasce e cosa la alimenta. Spesso, infatti, la gelosia retroattiva nasconde insicurezze personali. Per questo, dobbiamo rafforzare la nostra autostima e la nostra sicurezza, apprezzando le nostre qualità, i nostri interessi e i nostri obiettivi, sviluppando la nostra individualità e la nostra indipendenza. L'aumento della propria autostima ci permette di affrontare la sindrome di Rebecca con maggiore serenità e fiducia, senza lasciarci sopraffare dalle emozioni negative.  

Dobbiamo concentrarci sul presente e sulle opportunità che ci offre, accettare il passato e il fatto che non possiamo cambiarlo, rispettare la privacy e la libertà del partner. Dobbiamo comunicare con il partner in modo aperto, sincero e costruttivo, esprimere i nostri sentimenti, bisogni e aspettative, ascoltare e comprendere quelli del partner, rafforzando il legame, la fiducia e l’armonia tra noi. 

Se necessario il supporto di un professionista può essere fondamentale per mantenere salda la relazione con il partner, rafforzare il legame, la fiducia e l’armonia tra noi. 

La sindrome di Rebecca non è una condanna, ma richiede un impegno e una volontà di cambiamento da parte nostra e del partner. Con un approccio positivo e proattivo, possiamo superare questa sfida e vivere una relazione più sana, felice e soddisfacente.

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