
Mobbing sul lavoro: come riconoscerlo e affrontarlo
Il mobbing sul lavoro è una delle forme più subdole di disagio psicologico. Si manifesta attraverso comportamenti sistematici e ripetitivi che minano il benessere mentale ed emotivo della vittima. In Italia, secondo un rapporto ISTAT del 2023, circa il 14% dei lavoratori ha dichiarato di aver subito episodi di umiliazione o vessazione. Un dato allarmante, che conferma quanto questo fenomeno sia diffuso ma ancora poco riconosciuto.

Cos’è il mobbing e perché è difficile da identificare
Il termine mobbing deriva dall’inglese "to mob", che significa assalire, accerchiare. In ambito lavorativo, indica una serie di azioni ostili ripetute nel tempo, con l’intento di isolare, screditare o spingere un lavoratore a dimettersi. Può assumere forme molto diverse: si va dalle critiche continue fino all’esclusione da riunioni o progetti, al demansionamento o alla diffusione di voci dannose.
Heinz Leymann, psicologo svedese, fu tra i primi a studiare questo fenomeno negli anni ’80. Secondo le sue ricerche, il mobbing non è mai un singolo episodio, ma una sequenza di comportamenti che si protrae per mesi o anni. È proprio questa continuità nel tempo a renderlo difficile da riconoscere, soprattutto in ambienti dove certe dinamiche vengono normalizzate.
A complicare ulteriormente la situazione è la paura. Molti lavoratori evitano di parlare per timore di perdere il lavoro o per la difficoltà di dimostrare con prove concrete quello che stanno vivendo. Tuttavia, è importante sapere che esistono segnali specifici che possono aiutare a identificare il mobbing. Un esempio ricorrente è la sensazione di essere costantemente messi in discussione o esclusi, nonostante la professionalità dimostrata.

Tipologie di mobbing e contesti in cui si sviluppa
Gli esperti distinguono tra mobbing orizzontale e verticale. Il primo si verifica tra colleghi di pari grado, spesso spinto da gelosie, rivalità o dinamiche di gruppo poco sane. Il secondo si divide in discendente, quando il comportamento vessatorio proviene da un superiore, e ascendente, quando è un gruppo di subordinati a prendere di mira un responsabile.
In entrambi i casi, l’ambiente gioca un ruolo fondamentale. Le aziende che non affrontano i conflitti o non promuovono una cultura del rispetto diventano terreno fertile per il mobbing. Ad esempio, in contesti dove regna la competizione estrema, può bastare che un collega emerga un po’ più degli altri per diventare oggetto di attacchi più o meno espliciti.

Esempi concreti di Mobbing sul lavoro
Un caso concreto può essere quello di un dipendente che riceve critiche quotidiane nonostante porti a termine il proprio lavoro in modo efficiente. Oppure di una collega esclusa dalle riunioni strategiche, senza alcuna spiegazione, con un progressivo isolamento dal resto del team. Anche il carico eccessivo di lavoro può diventare una forma di mobbing, quando viene assegnato intenzionalmente per creare stress e indurre all’errore.
È utile sapere che anche i comportamenti legati al genere possono essere associati al mobbing. Secondo l’Agenzia Europea per i Diritti Fondamentali, una donna su tre in Europa ha subito molestie sul lavoro. In molti casi, queste situazioni sfociano anche in esclusione sistematica o svalutazione professionale.

Le conseguenze psicologiche e le possibili soluzioni
Il mobbing ha un impatto profondo sulla salute psicologica e fisica delle vittime. A livello emotivo, può generare ansia, senso di colpa, difficoltà di concentrazione e perdita di fiducia in sé stessi. Nei casi più gravi, può condurre a depressione, insonnia, disturbi psicosomatici o addirittura a un disturbo post-traumatico da stress.
Molte persone che subiscono mobbing tendono a chiudersi in sé stesse, temendo di non essere credute. Altre sviluppano sintomi fisici come mal di testa ricorrenti, problemi digestivi o affaticamento cronico, tutti segnali legati allo stress prolungato. In alcuni casi, le conseguenze si estendono anche alla vita personale, con ripercussioni sulle relazioni familiari e sociali.
Fortunatamente, esistono strumenti efficaci per affrontare questa condizione. Uno dei più utilizzati è la psicoterapia cognitivo-comportamentale, che aiuta a riconoscere e gestire i pensieri negativi associati al trauma. Tecniche di rilassamento come la mindfulness o il training autogeno possono ridurre la tensione emotiva e ristabilire un equilibrio interiore.
Per chi si sente pronto, parlare con un professionista è spesso il primo passo per riprendere il controllo della propria vita. Anche condividere la propria esperienza con persone fidate può fare la differenza, soprattutto per spezzare il senso di isolamento.
Mobbing dal punto di vista legale
Dal punto di vista legale, il mobbing non è ancora definito come reato nel codice penale italiano, ma le vittime possono far valere i propri diritti. Le aziende stesse hanno una responsabilità importante. Prevedere corsi di formazione sulla gestione dei conflitti, creare canali anonimi per le segnalazioni e intervenire tempestivamente sono strategie che possono prevenire l’insorgenza del problema.
Quando il lavoro smette di essere un luogo sicuro e stimolante, e diventa una fonte costante di malessere, è importante non ignorare i segnali. Ogni persona ha il diritto di lavorare in un ambiente rispettoso e sano.
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